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Costituita nel 1971 per diffondere la pesca sportiva, ha ampliato gradatamente la sua presenza nella subacquea e nella nautica, nel turismo legato agli ambienti acquatici e nella ricerca scientifica. ...
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Comitato Nazionale :: Centro Studi e Formazione

CENTRO STUDI E FORMAZIONE
ARCI PESCA FISA

Premessa:

• la filiera ittica sta attraversando una crisi profonda, con gravi ripercussioni socioeconomiche ed occupazionali, a fronte di un inesorabile peggioramento di tutti gli indici macroeconomici, che nell’ultimo decennio hanno registrato il crollo verticale delle catture (-48,84%), del personale imbarcato (-38,26%), della fotta (-28,1%) e dei ricavi (-31%) con una crisi di redditività che ha raggiunto dimensioni straordinarie, come il parallelo deficit della bilancia commerciale ittica nazionale;

• la situazione degli stock ittici, seppur in forma differenziata nei diversi bacini, mostra evidenti segni di sofferenza, che richiedono attente politiche di gestione mai decollate con i Piani di gestione locali e con il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica della pesca;

• le prospettive che si aprono per il futuro del settore sono ulteriormente preoccupanti soprattutto alla luce della proposta di riforma della Politica Comune della Pesca, destinata ad entrare in vigore nel 2014.

• il settore è al centro di un gravoso processo di adeguamento alla profonda evoluzione dei diversi assetti normativi disposti a livello comunitario (Regolamento sulla Pesca Mediterranea, Regolamento IUU, Regolamento Controlli, Legislazione alimentare e igienico-sanitaria del cosiddetto Pacchetto Igiene) che, pur nella fondatezza degli obiettivi, hanno profondamente modificato gli scenari di riferimento creando appesantimenti non solo burocratici, ma anche di natura strutturale e sociale;

• In tale contesto è cresciuto il livello di attenzione del legislatore comunitario anche nei confronti della pesca sportivo/ricreativa. La collocazione nell’ambito della PCP pone il problema di una sua nuova regolamentazione e governance coerente con i principi che ispirano l’azione comunitaria nel comparto. Di pari passo si aprono nuove possibilità di intervento e di impegno.

• La pesca sportiva può essere di aiuto nel promuovere forme di reddito integrative alle marinerie partendo dal turismo pescasportivo, dal pescaturismo, dall’ecoturismo con le attività subacquee ed altre attività collegate;

• Le Associazioni di pesca sportiva con la previsione di una serie di interventi locali e socio- economici può favorire un valore aggiunto alle Organizzazioni di produzione ( O.P) e ai nuovi aspetti dei mercati, al totale divieto dei rigetti e al loro non uso alimentare ecc., promuovendo per esempio, la creazione di gruppi di acquisto collettivi presso i mercati ittici e l’utilizzo di parte dei rigetti in mare, con lo scopo di avviarne la trasformazione in mangimi per la pasturazione di varie specie bersaglio di pesca sportiva;

• Nella fondatezza degli obiettivi urge un riconoscimento della pesca sportiva in mare, un’individuazione di zone di mare per la di pesca sportiva e le molteplici attività collegate alla pesca professionale che possono ridurre l’impatto della profonda modificazione in atto nel Mediterraneo;

• Fra le priorità occorre intervenire con un protocollo d’intesa fra tutte le Associazioni di pesca sportiva, associazioni di pesca ricreativa, organizzazioni della subacquea, club di diportismo pescasportivo, organismi ambientali operanti sul territorio e sulle acque per un riconoscimento dei Ministeri competenti e per promuovere un ulteriore riconoscimento nella U.E.

• In prospettiva nella fase dei negoziati con il MIPAAF per il riconoscimento della pesca sportiva in mare e delle attività subacquee, e sui contenuti per l’applicazione della riforma della PCP e di preparazione del suo nuovo strumento finanziario 2014-2020 (FEAMP); occorre già da ora intervenire presso il MIPAAF nella fase di predisposizione del nuovo Programma Nazionale Triennale, nella fase di organizzazione ed impostazione dei nuovi regolamenti della PCP e nell’avviamento di un riconoscimento con l’UE, anche con una partecipazione nelle Associazioni di pesca sportiva operanti nella U.E.

• Per rendere sempre più efficace un’azione dell’ARCI PESCA FISA, nella fase ascensionale dei provvedimenti deve essere promossa una presenza costante nei vari segmenti decisionali sia del MIPAAF che di decentramento delle competenze alle Regioni instaurando, inoltre, un nuovo processo di dialogo e di animazione con i portatori di interessi ed in particolare sviluppare, con un’azione bottom up, la condivisione dei contenuti con le marinerie e con i pescasportivi ed altri fruitori delle risorse dell’ambiente marino, promuovendo inoltre programmi e piani di sviluppo locali nelle specificità delle pratiche di pesca sportive e di utilizzo delle risorse alieutiche.

1. Aree di attività:

Un centro Studi e Formazione promuove, all’interno della struttura ARCI PESCA FISA, una specifica area di attività tecnica dedicata al settore della pesca sportiva nelle acque interne e marittime, alla pesca professionale ed all’acquicoltura, alle attività subacquee, al diportismo pescasportivo e alla pesca ricreativa, che sarà di supporto a livello nazionale e decentrato regionale nella profonda ristrutturazione in atto nel comparto ittico per l’applicazione della nuova PCP e nello specifico per lo sviluppo delle attività collegate alla multifunzionalità della pesca sportiva quale turismo pescasportivo e subacqueo a supporto delle marinerie e dell’utilizzo compatibile dell’ambiente marittimo.

Il Centro Studi e Formazione ARCI PESCA FISA intende dare continuità alle varie attività legate alle acque interne e promuovere, in particolare, una nuova Area Pesca Marittima e Acquacoltura, Ambiente e Territorio, partecipando, qualora ce ne sia bisogno, con la rappresentanza nazionale, regionale e locale alle commissioni e tavoli dei lavori fornendo un’attività tecnica di supporto per la realizzazione di azioni ed interventi a sostegno dello sviluppo sociale, culturale, economico-produttivo del settore marittimo e dell’acquacoltura e più in generale e del comparto ittico.

In particolare, collaborando strettamente con la Presidenza a livello nazionale e con le Unità regionali, può promuovere quel supporto tecnico indispensabile dalla fase di negoziazione degli interventi e dei programmi del MIPAAF e delle Regioni, nei rapporti con le altre Organizzazioni nazionali per la proposizione di azioni comuni, disponendo di pescatori, di diportisti sportivi e di subacquei che sono fra i fruitori delle risorse alieutiche del mare e delle acque interne.

Il Centro può fornire consulenze e servizi volti anche all’aggiornamento delle unità periferiche per recepire le esigenze delle specificità locali della pesca nell’ammodernamento del settore in applicazione all’elaborazione di programmi della nuova PCP e del suo strumento finanziario FEAMP 2014-2020 che intenderà promuovere l’ecoturismo, il turismo pescasportivo al fine di proporre forme integrative di reddito alle marinerie e al territorio locale ( GAC= Gruppi di Azione Costiera).

In uno spirito innovativo fra i suoi obiettivi vi saranno le molteplici attività collegate al mare per favorire programmi e piani di ricerca sociale, di studi, di progetti formativi, di marketing, di azioni promozionali, oltre a sviluppare consulenze tecniche a favore delle realtà regionali dell’ARCI PESCA FISA e delle imprese del settore.

L’ampia esperienza maturata nel settore della pesca e dell’acquacoltura nel campo ambientale delle acque interne e del settore marittimo, consentirà al Centro Servizi di attivare specifiche azioni ed attività dedicate alla filiera promuovendosi come punto tecnico di riferimento per la predisposizione e l’accesso ai bandi europei, a quelli regionali del FEP 2007-2013 e del FEAMP 2014-2020, o altre attività legate alle varie pratiche di pesca, dove il turismo pescasportivo e le attività subacquee sono di incentivo per ottimizzare le opportunità di finanziamento in ambito comunitario o regionale anche come affidabile e valido partner.

Il Centro avrà pure il compito di supportare la Presidenza nazionale e quelle periferiche regionali per promuovere convenzioni per gli Associati, gruppi di acquisto di prodotto ittico, ricerche e sperimentazioni, formazione ed altre attività correlate al settore delle acque interne e marittime, e dell’ambiente, rafforzando le conoscenze con campagne di divulgazione al fine di diversificare le attività ordinarie con aree di sviluppo innovative.

In via prioritaria l’attività del Centro Studi e formazione dovrà essere volta a:
- Collaborare tecnicamente con la Presidenza e con le Unità periferiche;
- Coadiuvare con la Presidenza nelle varie fasi di negoziazione con la FIPSAS ed altri organismi o Associazioni della pesca;
- Coadiuvare con la Presidenza nelle varie fasi di negoziazione con il MIPAAF ed altri Ministeri ( Ambiente; Formazione professionale, Protezione Civile ecc.) nonché con le Regioni per riconoscere le pratiche di pesca marine e promuovere una regolamentazione d’esercizio, snellendo pure le attuali procedure portuali;
- Elaborare con la Presidenza un programma poliennale e i piani annuali di intervento da concertare con le Unità periferiche, con le Associazioni ed Organizzazioni citate in premessa ;
- Fornire assistenza tecnica per la promozione di varie attività in ambito locale e nazionale ed in particolare avviare una negoziazione per individuare aree di pesca in mare e piani di gestione e di controllo;
- Programmare incontri con la base per l’aggiornamento sui Regolamenti regionali ed anche comunitari e sull’applicazione di quelli nazionali;
- Partecipare ai Gruppi di Azione Costiera ( GAC) e promuovere progetti di sviluppo socio economico per la pesca sportiva ed attività subacquee in collaborazione con le marinerie, i diportisti pescasportivi , i subacquei
- Partecipare ai Piani di gestione locali nelle 7 sub aree italiane a difesa delle specificità delle varie pratiche di pesca nelle 3-6-12 miglia con l’integrazione della pesca sportiva, del diportismo pescasportivo e del pescaturismo;


2. Organizzazione del Centro

La struttura del Centro dovrà dimensionarsi nel tempo secondo gli step di lavoro richiesti dalle necessità operative per sostenere tecnicamente le molteplici azioni sul territorio.

In via iniziale si possono prevedere una o due persone di supporto alla Presidenza Nazionale ed anche collegate alla rete delle Unità regionali per fornire supporto tecnico alle tematiche di sviluppo settoriale locale. Solo attraverso una gestione per fasi attuative si potrà valutare il valore aggiunto di un Centro Servizi al fine di programmare la sua organizzazione.

In futuro con l’esperienza maturata si potrà ampliare l’organizzazione con un gruppo di ricerca scientifica, con un altro per la partecipazione e gestione dei GAC e dei progetti europei, con un gruppo per attivare una rete regionale per la programmazione negoziata, per la rete nazionale della ricerca e i contratti di filiera.

 
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